"La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo" (Mt 1, 18).
"Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria" (Lc 1, 26-27).
La lettura di questi due brani nell'avvicinarci al Natale mi hanno fatto riflettere sulla ricchezza della "promessa" che si scambiano un uomo e una donna.
Dio non fa da solo, rispetta la sua promessa, trasformando una nostra promessa: quella umanissima promessa tra un uomo e una donna.
In fondo, nel suo progetto, contempla il coinvolgimento da protagonisti di entrambi.
Sia a Maria sia a Giuseppe è chiesto di confermare la loro promessa, di mantenere il loro sogno di sposarsi e di diventare mamma e papà.
Il Padre realizza la sua promessa di salvezza ottenendo un doppio "Sì".
Un "Sì" di coppia: individuale e comune allo stesso tempo.
Chi è sposato sa che è un evento eccezionale, perché costa fatica, frizioni, pazienza, confronto...
E poi a Lui ne sarebbe bastato uno solo, ma ne ha chiesti due.
E quel doppio crea la relazione feconda a cui affidare il seme della Salvezza.