Ogni tanto in famiglia
ci proviamo, quando siamo finalmente tutti insieme riuniti a tavola la sera:
io, mia moglie e i bambini. Lo chiamiamo il "libro delle meraviglie".
Cosa è il libro delle meraviglie?
L'idea c'è l'ha data un giorno un amico carissimo, un religioso non italiano (lo scrivo perché forse il dettaglio aggiunge qualcosa): prima di mangiare, ci diamo un secondo di silenzio per pensare alla giornata appena trascorsa e ci diciamo l'un l'altro la "meraviglia" della giornata - un fatto, una persona, un incontro, un pensiero - per cui vogliamo dire un "grazie".
In genere, la nostra "segretaria verbalizzante" è Teresa, la seconda figlia (6
anni), che lo ha preso come un impegno personale: finge di aprire un gran
librone, perché ormai abbiamo iniziato da qualche anno, e scrive con le dita
nell'aria le parole che ha ascoltato.
A volte capita pure che la giornata sia andata storta e qualcuno non parla, ma ascolta gli altri. Così è come nella vita.
Anche per la coppia, la meraviglia fa bene
Si potrebbe farne un'ottima variante per la coppia.
Una cosa che assomiglia un po' al "dovere di sedersi" suggerito dal metodo delle Equipes Notre Dame (Luca 14,28-31). Che sembra una roba scontata ma mica tanto.
Una volta a settimana - messi a letto i figli, se ci sono, e/o chiesto loro di rispettare quello spazio di intimità dei genitori - ci si siede uno di fronte all'altro per dirsi reciprocamente: "Questo tuo gesto/pensiero/atteggiamento è stato una meraviglia, una cosa bella per me".
Qualcosa c'è sempre, immersa nella quotidianità, nella tentazioni di interpretare tutto, nel bene e nel male, secondo luoghi comuni, abitudini e stereotipi. Etichette che ci appiccichiamo addosso anche nella vita di coppia.
E quel qualcosa rifonda ogni volta il patto, l'alleanza. E sostanzia la promessa su cui si fonda il matrimonio: essere segno manifesto, l'uno per l'altro e per il mondo intorno agli sposi, della concretezza di un Dio che che ama e benedice.
Cosa è il libro delle meraviglie?
L'idea c'è l'ha data un giorno un amico carissimo, un religioso non italiano (lo scrivo perché forse il dettaglio aggiunge qualcosa): prima di mangiare, ci diamo un secondo di silenzio per pensare alla giornata appena trascorsa e ci diciamo l'un l'altro la "meraviglia" della giornata - un fatto, una persona, un incontro, un pensiero - per cui vogliamo dire un "grazie".
flickr/gualtiero |
A volte capita pure che la giornata sia andata storta e qualcuno non parla, ma ascolta gli altri. Così è come nella vita.
Anche per la coppia, la meraviglia fa bene
Si potrebbe farne un'ottima variante per la coppia.
Una cosa che assomiglia un po' al "dovere di sedersi" suggerito dal metodo delle Equipes Notre Dame (Luca 14,28-31). Che sembra una roba scontata ma mica tanto.
Una volta a settimana - messi a letto i figli, se ci sono, e/o chiesto loro di rispettare quello spazio di intimità dei genitori - ci si siede uno di fronte all'altro per dirsi reciprocamente: "Questo tuo gesto/pensiero/atteggiamento è stato una meraviglia, una cosa bella per me".
Qualcosa c'è sempre, immersa nella quotidianità, nella tentazioni di interpretare tutto, nel bene e nel male, secondo luoghi comuni, abitudini e stereotipi. Etichette che ci appiccichiamo addosso anche nella vita di coppia.
E quel qualcosa rifonda ogni volta il patto, l'alleanza. E sostanzia la promessa su cui si fonda il matrimonio: essere segno manifesto, l'uno per l'altro e per il mondo intorno agli sposi, della concretezza di un Dio che che ama e benedice.